La Cina rieletta al Consiglio ONU per i Diritti Umani

Nazioni unite Xi15 ottobre 2020. Il 13 ottobre, a Ginevra, nel corso della 75°sessione dell’Assemblea Generale, la Cina è stata rieletta al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Inascoltato l’appello indirizzato agli stati membri dell’Assemblea da una coalizione di 115 organizzazioni di tutto il mondo.
In una lettera i sottoscriventi chiedevano l’esclusione della Cina per i prossimi tre anni dal Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (UNHCR) per “i sistematici tentativi di attentare alle libertà democratiche” del Tibet, del Turkestan orientale, di Hong Kong e della Mongolia del sud.
Quattro gli stati che si contendevano il seggio: Cina, Pakistan, Uzbekistan e Arabia Saudita.
La Cina ha avuto la meglio, anche se con un minor numero di consensi rispetto alle precedenti sessioni, con 139 voti contro i 169 del Pakistan, i 150 del Nepal e i 90 dell’Arabia Saudita.
E’ il 5°mandato assegnato a Pechino dopo quelli dei trienni 2007-2009, 2010-2012, 2014-2016 e 2017-2019.
Nell’apprendere la notizia, Lobsang Sangay, presidente dell’Amministrazione Centrale Tibetana, ha così dichiarato: “L’elezione della Cina è una macchia indelebile destinata minare la credibilità dell’UNHCR.
Abbiamo prove certe delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate dalla Cina in Tibet, Turkestan orientale, Hong Kong e sud Mongolia.
In Tibet la situazione, già grave, è ulteriormente peggiorata: più di mezzo milione di tibetani sono sottoposti a un regime di lavoro forzato.
Ciononostante la Cina è stata chiamata a far parte di uno dei più importanti organi delle Nazioni Unite, proprio quello preposto alla protezione dei diritti umani.
Questa scelta mette in discussione la serietà del Consiglio”.

Fonti: tibet.net – Phayul