13 maggio 2021. Le autorità cinesi della Contea di Nagchu hanno vietato l’introduzione nelle scuole di ogni oggetto legato alla tradizione religiosa.
Ai genitori che si recano in visita ai propri figli all’interno o nei dintorni degli edifici scolastici è stato notificato il divieto di portare con sé rosari, sia che siano tenuti attorno al collo o attorno ai polsi, ruote di preghiera e cordini sacri annodati e benedetti dai lama. Devono inoltre astenersi dal recitare mantra o altre preghiere. Nella circolare diffusa a Sog, nella Contea di Nagchu, ubicata nella cosiddetta Regione Autonoma Tibetana, si legge che “le scuole devono formare e produrre studenti socialisti e non devono essere usate per eseguire rituali o recitare le tradizionali preghiere”. Pechino intende così marginalizzare completamente la cultura tibetana intervenendo massicciamente nell’educazione scolastica.
Analoghi divieti sono stati imposti ai membri del Partito comunista e agli impiegati governativi, anche a quelli ormai in pensione. I provvedimenti mirano a rafforzare e diffondere l’ideologia del Partito nelle contee, nelle città, nei monasteri e nelle scuole tibetane alla luce delle imminenti celebrazioni, il 23 luglio 2021, del centenario della sua fondazione.
Riferisce AsiaNews che la censura di Pechino in campo religioso si è estesa anche ai contenuti cristiani. Dal mese scorso ad oggi, contenuti cristiani su internet e sui social sono stati cancellati. Nello stesso tempo, l’autorità di internet ha cancellato almeno 2 milioni di post o discussioni sulla storia del Partito comunista, giudicati “pericolosi” per la stabilità della società.
La censura sui contenuti cristiani va infatti di pari passo con quella verso i “revisionisti”. Giorni fa, durante una conferenza stampa lo scorso 8 maggio a Pechino, Wen Youhua, direttore della sicurezza su internet, ha informato che più di 2milioni di post “pericolosi”, contenenti discussioni sulla storia del Partito comunista cinese sono stati cancellati perché sono “informazioni con nichilismo storico”.
“Nichilismo storico” è un termine coniato dal governo per indicare discussioni o ricerche che sfidano la versione ufficiale della storia data dal Partito.
Fin dallo scorso febbraio, il presidente Xi Jinping ha messo in guardia dal “nichilismo storico”, ordinando per tutti i membri del Partito uno studio della sua storia, prima del centenario, che cade il primo luglio di quest’anno.
Per educare i membri alla sua storia, il Partito ha prodotto e diffuso molti film e originali televisivi. La campagna copre la storia del Partito dalla sua fondazione nel 1921, ma si sofferma – come ha sottolineato Xi – soprattutto sui “successi storici” ottenuti dal 2012 in poi. Proprio nel 2012, Xi è divenuto segretario generale del Partito.
Fonti: Tibetanreview – AsiaNews