Mentre era in corso la cerimonia di accensione della torcia olimpica, tre attivisti pro Tibet hanno fatto irruzione nell’antico sito archeologico di Olimpia chiedendo il boicottaggio dei Giochi di Pechino 2022.
E’ accaduto ieri, 18 ottobre. Due donne e un uomo, Chime Lhamo, Jason Leith e Fern Macdougal sono riusciti a superare lo spiegamento delle forze di sicurezza e ad entrare nell’antico sito archeologico del tempio greco dove tradizionalmente avviene l’accensione della fiaccola olimpica (nella foto). La cerimonia ha segnato ufficialmente dell’inizio dei prossimi Giochi invernali che si terranno a Pechino dal 4 al 22 febbraio 2022.
Mentre sventolava una bandiera tibetana i tre attivisti sono stati uditi gridare: “Come è possibile consentire a Pechino di ospitare i Giochi mentre si macchia di genocidio contro il popolo Uiguro”? Immediato l’intervento della polizia che ha tratto in arresto i tre dimostranti al momento detenuti nel carcere di Pyrgos. Altri quattro attivisti in rappresentanza delle organizzazioni Students for a Free Tibet e Tibetan Youth Association erano stati fermati dalle autorità greche all’esterno del sito, pare su espresso intervento di un funzionario cinese che, qualificandosi come “appartenente all’ambasciata”, ha chiesto alla polizia di allontanarli. Domenica 17 ottobre la polizia aveva fermato sull’Acropoli di Atene altri due attivisti, il tibetano Tsela Zoksang, 18 anni, e Joey Siu, 22 anni, di Hong Kong. Gridavano:
“Libertà per i rivoluzionari di Hong Kong”, “Tibet libero”, “Boicottate Pechino 2022” e “Niente libertà, niente Giochi”. Sono stati rilasciati domenica dopo la chiusura ufficiale della cerimonia di accensione della fiaccola olimpica.
Centinaia di organizzazioni hanno condannato Pechino e il Comitato Olimpico per la mancata denuncia degli abusi perpetrati in Tibet, a Hong Kong, nel Turkestan orientale e in Cina. Lo scorso mese, duecento gruppi operanti a difesa dei diritti umani hanno chiesto a ventisei emittenti televisive, inclusa la statunitense NBC, di non trasmettere i Giochi.
Il Comitato Olimpico Internazionale ha respinto ogni accusa affermando non essere di sua competenza il giudizio sulla situazione dei diritti umani del paese ospitante. “E’ compito del Comitato Olimpico assicurarsi che siano rispettati i diritti umani all’interno dei Comitati Olimpici delle singole nazioni o all’interno del movimento olimpico”, ha dichiarato i giorni scorsi il vice presidente John Coates. Da parte sua, il Comitato Olimpico greco ha espresso il suo disappunto per “l’utilizzo a fini politici” della cerimonia da parte di un esiguo numero di persone.
Fonte: Phayul