Centinaia i dimostranti scesi in piazza a Lhasa per protestare contro le rigide misure anti Covid-19 imposte dal governo cinese.
Le manifestazioni sono iniziate il 27 ottobre e hanno interessato almeno quattro diverse aree della città. Un video mostra le immagini di centinaia di persone protestare nelle strade mentre i funzionari di polizia cercano di fermarle chiedendo loro, attraverso l’utilizzo di megafoni, di abbandonare le strade. Le misure restrittive e il durissimo lockdown imposto fin dall’inizio del mese di agosto hanno esacerbato i residenti che hanno dato vita a quella che è considerata la più grande dimostrazione contro il governo cinese dal 2008, anno in cui le proteste, iniziate a Lhasa, infiammarono l’intero paese. Lo scorso mese di settembre il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia aveva reso noto che almeno cinque tibetani si erano suicidati nell’arco di tre giorni a causa delle draconiane misure decretate dalle autorità (nella foto: i dimostranti affollano una strada di Lhasa).
Radio Free Asia ha confermato che molti dei dimostranti erano lavoratori appartenenti all’etnia cinese Han che risiedevano a Lhasa per ragioni di lavoro e che chiedevano il permesso di poter fare ritorno alle loro regioni d’origine perché privati di ogni possibilità di guadagno a causa del prolungarsi del lockdown. In un video si vedono i lavoratori Han abbandonare in massa Lhasa diretti verso est paralizzando completamente il traffico automobilistico. Il 26 ottobre il governo aveva reso noto che la richiesta del permesso di abbandonare la città avrebbe dovuto essere presentata alle autorità almeno una settimana prima della programmata data di partenza assieme a tre test attestanti la negatività al Covid da effettuarsi nelle settantadue ore prima del viaggio. Le scorse settimane le autorità hanno negato il permesso di tornare ai luoghi di residenza anche ai tibetani che si trovano a Lhasa per lavoro e al momento non è dato sapere se siano tornati sulla loro decisione.
Fonti: Phayul – Radio Free Asia