28 febbraio 2023
Il 22 febbraio la Cina ha varato un piano per monitorare il personale incaricato della gestione dei centri religiosi.
Il provvedimento riguarda il personale dei centri buddhisti e taoisti e mira non solo al controllo e alla regolamentazione del loro operato a livello gestionale ma anche a contrastare i casi di frode da parte di falsi religiosi. Nel caso del Tibet il dispositivo potrebbe anche essere usato per stilare la lista nera dei religiosi espulsi dai loro ordini per mancanza di lealtà e patriottismo nei confronti del Partito comunista e dello stato. Il nuovo sistema di controllo, il cui lancio è avvenuto il 22 febbraio a Pechino presso il tempio Guangij sede dell’Associazione Buddhista cinese, fornisce attraverso internet informazioni sull’intero personale operante nei centri buddhisti e taoisti di cui vengono pubblicati i nomi, il sesso, i titoli di studio e religiosi, i documenti di identità e le foto. Gli elenchi saranno periodicamente aggiornati.
In Tibet i monaci e le monache sono espulsi dai rispettivi ordini religiosi ed esonerati da ogni incarico se accusati di attività separatiste o di adoperarsi per la preservazione e la promozione dell’identità culturale tibetana. Ciò significa che i religiosi tibetani espulsi potrebbero essere arrestati e penalmente perseguibili se, non comparendo nel data base del governo cinese, continuassero a celebrare cerimonie religiose o impartire insegnamenti. Il governo cinese ha fatto sapere che in un prossimo futuro il sistema di monitoraggio potrebbe essere applicato anche al personale di fede islamica, cattolica e protestante.
Fonte: tibetanreview.net