Nel corso della sua visita nella provincia del Gansu il Ministro della Sicurezza cinese ha enfatizzato l’importanza dell’unità della Cina
Lo scorso 24 agosto Chen Wenqing, Ministro della Sicurezza Interna cinese in visita nella provincia del Gansu, ha affermato l’importanza della sicurezza nazionale e della lotta contro ogni forma di separatismo etnico sia all’interno della cosiddetta Regione Autonoma Tibetana (TAR o Xizang, così rinominata da Pechino) sia all’interno della provincia del Qinghai e delle dieci prefetture “autonome” nelle province del Gansu, del Sichuan e dello Yunnan dove vivono numerosi tibetani (nella foto: il Ministro Chen Wenqing con i dirigenti della provincia del Gansu).
Il governo cinese ha da lungo tempo accusato i tibetani e il Dalai Lama, loro leader spirituale, di voler separare dalla Cina le regioni abitate da popolazioni di etnia tibetana. Di conseguenza ne ha limitato ogni forma di attività politica e ogni pacifica espressione culturale e religiosa. Dal canto loro i tibetani accusano le autorità di Pechino di voler cancellare l’identità culturale e nazionale dell’intero popolo del Tetto del Mondo. Dawa Tsering, direttore del Tibet Policy Institute, un gruppo di lavori all’interno dell’Amministrazione Centrale Tibetana, ha affermato che le parole di Chen sono un chiaro segno della volontà di reprimere ogni istanza di libertà non solo all’interno della Regione Autonoma ma anche all’interno delle tradizionali province autonome tibetane del Kham e dell’Amdo. “La politica di sinizzazione del Buddismo tibetano – ha precisato – è iniziata sotto la presidenza di Jang Zemin ma da allora è decisamente peggiorata”.
Fonte: Tibetan Review