Perché la scelta del prossimo Dalai Lama non è solo una questione spirituale

23 settembre 2024

Il Dalai Lama, leader spirituale del buddismo tibetano, ha dichiarato che discuterà i dettagli circa la sua reincarnazione quando compirà 90 anni, il prossimo luglio. La China Tibetan Buddhist Academy – un’istituzione sostenuta dal governo cinese – non sta aspettando. Questo mese, a Lanzhou, in Cina, il gruppo ha tenuto un seminario per chiarire la propria posizione sull’argomento. Questo il punto fondamentale emerso: qualsiasi autorità spirituale sarà a capo di questo sacro processo di riconoscimento dovrà attenersi alle direttive del Partito Comunista Cinese (PCC).

 

Questa affermazione ha poco di sacro e forse è proprio questo il problema. La Cina ha ragioni molto pratiche per voler decidere chi sarà il prossimo Dalai Lama, data l’enorme popolarità di quello attuale e la sua capacità di mantenere la coesione tra i tibetani di tutto il mondo nella loro lotta per una maggiore autonomia del Tibet.

L’attuale Dalai Lama è diventato una figura enormemente popolare. Vincitore del Premio Nobel per la Pace nel 1989, la sua fama internazionale ha contribuito a mantenere l’unità tra i tibetani all’interno e all’esterno del Tibet nonostante gli sforzi del PCC per negare la sua influenza.

Il seminario di settembre a Lanzhou ha ribadito le politiche del PCC sulla reincarnazione, politiche che si devono allineare al sistema al pensiero di Xi Jinping e alle direttive del partito.

Secondo i media ufficiali di Pechino, i partecipanti al seminario erano rappresentanti del buddismo tibetano ed esperti provenienti dalle aree a popolazione tibetana tra le quali la Regione autonoma del Tibet e le province di Qinghai, Sichuan e Gansu.

Ma questa affermazione è stata immediatamente smentita dal governo tibetano in esilio, l’istituzione che l’attuale Dalai Lama ha contribuito a fondare nel 1959. “Sebbene la Cina riconosca solo la Regione Autonoma del Tibet come l’unico ‘Tibet’, ha comunque reclutato partecipanti provenienti da altre aree”, ha dichiarato Sikyong Penpa Tsering, presidente dell’attuale governo, in risposta al seminario. “Nessun governo né alcun individuo ha il diritto di interferire nel processo di riconoscimento della reincarnazione del 14° Dalai Lama”, ha aggiunto.

 

Chi è il Dalai Lama?

 

“Lama” significa insegnante o maestro, e un lama è essenzialmente un monaco che ha raggiunto una certa fama e ha assunto un ruolo di leadership all’interno di una comunità. Si pensa che ci siano centinaia di lama all’interno del buddismo tibetano, che incorpora i principi del buddismo tradizionale e delle pratiche sciamaniche che hanno preceduto la sua creazione. I fedeli considerano il Dalai Lama la manifestazione di Avalokiteshvara, la fonte buddista della compassione.

L’attuale Dalai Lama, Tenzin Gyatso, è il 14° di un lignaggio iniziato nel 1391. I tibetani credono che alla sua morte rinascerà per continuare il suo ruolo di guida spirituale. Al di là del significato spirituale del Dalai Lama, migliaia di tibetani che sono fuggiti dalla loro patria e sono stati costretti a lasciare le loro famiglie lo considerano una figura paterna che ha provveduto anche ai loro bisogni temporali – sicurezza, istruzione, assistenza sanitaria – attraverso un governo in esilio che ha contribuito a creare a Dharamsala.

 

Come viene scelto il nuovo Dalai Lama?

 

I buddisti tibetani credono che alla morte del Dalai Lama il suo spirito si reincarni in un nuovo corpo. Un comitato di ricerca, tradizionalmente composto da monaci e lama di alto rango, viene formato per trovare un bambino nato entro un anno dalla morte del Dalai Lama che mostri qualità eccezionali e comportamenti simili al suo predecessore. L’attuale Dalai Lama aveva due anni quando è stato identificato. Visioni, consultazioni di oracoli e interpretazioni di presagi contribuiscono alla scoperta. Il bambino deve riconoscere gli oggetti del precedente Dalai Lama, dimostrando un legame con la sua vita passata.

 

Perché la scelta del Dalai Lama è controversa?

 

Il processo di successione afferma la continuità della leadership e della cultura buddista tibetana, motivo per cui la Cina cerca di avere il controllo sulla selezione. La scelta del 15° Dalai Lama potrebbe contribuire a consolidare la sua autorità sul Tibet e sulle province dove l’etnia tibetana vive in gran numero. Si pensa che ci siano più di 6 milioni di tibetani in Cina, rispetto ai 150.000 in esilio.

La riunione dell’Accademia buddista tibetana cinese tenutasi questo mese ha cercato di privilegiare il processo di riconoscimento preferito dal governo cinese noto come “selezione dell’urna d’oro”, una pratica considerata un’usanza storica diffusa durante la dinastia Qing, ma attualmente non accettata dal mondo tibetano.

Un precedente tentativo di controllare la selezione dei leader spirituali tibetani ha avuto scarso successo. Nel 1995, le autorità cinesi rapirono il bambino di 6 anni riconosciuto dal Dalai Lama come la reincarnazione del Panchen Lama, la seconda figura più importante del buddismo tibetano, e designarono al suo posto un giovane voluto dal governo di Pechino. Poiché il Panchen Lama e il Dalai Lama partecipano tradizionalmente al processo di riconoscimento della reincarnazione l’uno dell’altro, molti esperti ritengono che Pechino utilizzerà il proprio Panchen Lama per il riconoscimento del prossimo Dalai Lama. Ma la persona insediata dai cinesi al posto di quella riconosciuta dal Dalai Lama è vista con sospetto da molti tibetani all’interno e all’esterno della Cina.

 

Cosa ha detto il Dalai Lama sulla sua reincarnazione?

 

Il Dalai Lama stesso ha delineato diverse possibilità circa la sua reincarnazione. Tempo fa ha dichiarato: “se morirò in esilio, la mia reincarnazione nascerà in esilio, non in Tibet”. La dichiarazione è stata vista come un modo per sottolineare l’importanza della libertà spirituale. Ma ha anche ventilato l’ipotesi che il lignaggio muoia con lui, che per la prima volta venga scelta una donna e che il suo successore venga individuato prima della sua morte. Nonostante le diverse ipotesi avanzate, lo stesso Dalai Lama afferma che ogni domanda riguardante la sua successione è prematura. Prevede di vivere altri 20 anni.

 

Di Lobsang Gelek  

Per Radio Free Asia – 9 settembre 2024