Dharamsala, 26 aprile 2010. A Xining, la capitale della provincia del Qinghai, la polizia cinese ha tratto in arresto lo scrittore tibetano Tagyal che, sotto il “nom de plume” Shogdung, faceva parte dello staff di una casa editrice locale, la Nationalities Publishing House. La notizia è stata pubblicata nel sito The highpeakpureearth.com che ha tradotto due blog apparsi sul sito tibetano www.sangdhor.com.
Il 23 aprile, Tagyal, 45 anni (nella foto), è stato prelevato dal suo ufficio e condotto nella sua abitazione, sottoposta a un’accurata perquisizione. La sera dello stesso giorno, gli ufficiali di polizia si sono nuovamente presentati e hanno sequestrato i suoi due computer. Più tardi, forniti di regolare mandato, hanno tratto in arresto lo scrittore che è stato portato al locale ufficio di polizia. Alla moglie e alle figlie non è stato consentito incontrarlo e, al momento, non si conosce il luogo della sua detenzione. La polizia cinese non ha dato conferma della notizia.
Sembra che l’arresto di Tagyal sia da porre in relazione con il terremoto che il 14 aprile ha devastato la provincia di Yushu (Kyegudo, in tibetano). Tre giorni dopo il sisma, il 17 aprile, un gruppo di otto intellettuali di Xining, tra i quali “Shogdung”, hanno scritto una lettera aperta di condoglianze alle vittime, esprimendo la propria solidarietà e criticando il governo cinese per il modo in cui erano gestite le operazioni di soccorso. Lo scrittore avrebbe voluto recarsi personalmente sul posto per prestare il proprio aiuto ma le autorità non gli hanno concesso il permesso. Fino al momento dell’arresto, si è prodigato sul posto, offrendo vicinanza e conforto ai tibetani trasportati e curati negli ospedali di Xining.
“Le notizie che ci vengono dalle organizzazioni di Partito non sono credibili” – si legge nella lettera aperta – “noi non crediamo in queste organizzazioni”. Rivolgendosi ai terremotati, i firmatari scrivono: “Hanno ordinato di sospendere temporaneamente l’invio di persone nella zona del disastro per motivi politici e, per questa ragione, non possiamo far altro che esprimervi la nostra vicinanza e scrivere questa lettera che viene dal cuore ed è sincera”.
Agli intellettuali e ai quadri desiderosi di inviare aiuti, viene suggerito di non inviare donazioni “a certe organizzazioni o a certi gruppi”. “La cosa migliore è inviare i propri contributi a organizzazioni nelle quali si ha completa fiducia” per evitare che le offerte finiscano nelle mani di gente corrotta o con la cattiva abitudine di appropriarsene.
Tra i firmatari della lettera aperta figurano lo scrittore e cantante tibetano Jamyang Kyi e altri intellettuali appartenenti al gruppo New School of Thought, la Nuova Scuola di Pensiero, formato da scrittori progressisti, critici del passato e sostenitori della necessità di riforme e cambiamenti all’interno della tradizione tibetana.
Nel 1999, la rivista Qinghai Tibetan News ha pubblicò due articoli di Tagyal che immediatamente diedero il via a un infuocato dibattito tra gli intellettuali della regione. Lo scrittore sosteneva che i tibetani potevano liberarsi dal giogo della colonizzazione attraverso un processo di modernizzazione, prendendo le distanze dalla tradizionale pratica del Buddismo. Il suo attacco alla tradizione culturale fu considerato da molti tibetani un residuo della rivoluzione culturale e il fatto che le sue idee fossero pubblicate su un organo di stampa ufficialmente riconosciuto sembrò riecheggiare le posizioni del Partito Comunista. Tuttavia Tagyal, nella sua opera più recente, “Opening of Earth and Sky”, assume una posizione critica nei confronti dell’operato cinese in Tibet, causa delle rivolte del 2008.
Secondo alcuni analisti, l’arresto di Shogdung rientra nel più ampio contesto della crescente tendenza di Pechino a privare della libertà un numero crescente di scrittori, artisti e studiosi tibetani, pratica destinata ad avere un effetto devastante sulla società tibetana.
Fonti: The High Peak Pure Earth – Phayul