Dharamsala, 26 maggio 2010. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia (TCHRD) ha reso noto che il Tribunale del Popolo di Lhasa ha condannato a morte, con sospensione della pena per due anni, il ventitreenne tibetano Sonam Tsering accusato di aver partecipato alla rivolta anticinese del marzo 2008.
La sentenza è stata pronunciata il 25 maggio 2010. Lo stesso tribunale ha condannato a pene detentive comprese tra i tre e cinque anni altri cinque tibetani imputati di “aver nascosto un criminale ricercato e di aver tentato di favorirne la fuga”. I loro nomi sono Tashi Choedon, Kelyon, Yeshi Tsomo, Tayang e Tsewang Gyurmey.
Citando quanto riportato dal Lhasa Evening New, il TCHRD riferisce che il Tribunale ha giudicato Sonam colpevole di “sovversione e incitamento alla rivolta”. “Il 14 marzo 2008” – recita la sentenza – “Sonam Tsering ha capeggiato l’insurrezione incitando centinaia di persone a dare alle fiamme automobili e negozi e a capovolgere le auto della polizia”. È stato inoltre riconosciuto colpevole di aver maneggiato un coltello e di aver gridato slogan antigovernativi.
Sonam Tsering appartiene a una famiglia di semi-nomadi di Rachap, Contea di Payul, Prefettura Autonoma Tibetana di Kardze, provincia del Sichuan. Arrivato a Lhasa in pellegrinaggio alla fine del 2007, decise di fermarsi nella capitale e prese parte attivamente alle proteste del marzo 2008. Fu arrestato nell’ottobre 2009, diciassette mesi dopo la sollevazione.
Con la condanna a morte di Sonam Tsering sale a sette il numero delle sentenze capitali pronunciate dal Tribunale del Popolo in seguito ai fatti del 2008.
Il 27 ottobre 2009, Ma Zhaoxu, portavoce del Ministro degli esteri cinese, confermò l’avvenuta esecuzione di due condannati, senza fornire ulteriori dettagli. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia aveva invece reso noto di aver ricevuto conferma della morte, il 20 ottobre, di quattro tibetani: Lobsang Gyaltsen, ventisette anni, di Lhasa, Loyak, venticinque anni, di Shol (Lhasa), Penkyi, una ragazza di ventuno anni della Contea di Sakya e un quarto tibetano non identificato.
Fonte: Phayul