JYEKUNDO: I TIBETANI CONTRARI AI PROGETTI DI RICOSTRUZIONE DECISI DA PECHINO

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14 giugno 2010. I tibetani residenti a Jyekundo, la città più vicina all’epicentro del terremoto che lo scorso 14 aprile ha devastato la regione del Qinghai, sono contrari ai progetti di ricostruzione decisi dalle autorità di Pechino. La popolazione locale afferma, infatti, che la collocazione dei nuovi edifici governativi e scolastici priverà i cittadini di importanti parti del territorio urbano e di abitazioni centrali, rendendo più difficili le operazioni di carattere commerciale.

Nel dare la notizia, l’organizzazione Tibet Watch riferisce inoltre che la popolazione locale, costituita al 97% da tibetani, non è stata coinvolta o consultata circa i piani di ristrutturazione e si è fatta un’idea di quanto i cinesi vanno progettando solo attraverso le immagini e le mappe che compaiono nei cartelloni appesi nelle strade, senza possibilità alcuna di leggere le didascalie che le accompagnano essendo scritte in cinese, una lingua che la maggior parte dei tibetani non conoscono.

Le abitazioni che si affacciano sulle due più importanti vie di Jyekundo sono le più prestigiose. Attraverso queste strade passano numerose carovane, soprattutto durante il celebre festival annuale delle corse a cavallo, ed è qui che sono concentrate le imprese commerciali, si stipulano contratti e si concludono affari. Sembra che l’amministrazione cinese progetti di spostare i residenti e gli uffici nei sobborghi della città, misura che avrebbe un impatto negativo sul modello e la qualità della vita dei tibetani allontanati. Vano ogni tentativo di colloquio con i funzionati locali: almeno duecento tibetani si sono radunati il 1° giugno nei pressi dell’ingresso della prefettura Jyekundo nella speranza, rivelatasi vana, di essere ricevuti dal vice presidente cinese Xi Jinping per discutere i progetti di ricostruzione della città.