A sostegno del digiuno ad oltranza di Bruxelles

Aggiornamento news

Il 10 marzo a Bruxelles, tre militanti del Tibetan Youth Congress (Sonam Rinchen 45 anni nato in Tibet a Chamdo Cunpo Tenchen e fuggito in India nel 1987; Thupten Samdup 34 anni nato in Tibet a Kham Gawa e fuggito in India nel 1995; Namgyal Wangdu 31 anni nato in esilio nell’insediamento di Bylakuppe nell’India meridionale) hanno iniziato uno sciopero della fame ad oltranza per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle istituzioni internazionali sulla drammatica condizione del Tibet da 60 anni illegalmente occupato dalla Repubblica Popolare Cinese. Secondo quanto dichiarato da Tsewang Rigzin, presidente del Tibetan Youth Congress, la condizione fisica dei tre digiunatori comincia a deteriorarsi ma il loro morale e la loro determinazione a portare avanti la lotta per la libertà e l’indipendenza del Tibet rimangono alti.

10 MARZO 2009. 50° ANNIVERSARIO DELL’INSURREZIONE DI LHASA. TUTTE LE MANIFESTAZIONI

Il 10 marzo 1959 il risentimento dei tibetani, dal 1950 sotto il giogo della repressione cinese, sfociò in un’aperta rivolta popolare. L’esercito di Pechino stroncò la rivolta nel sangue: 87.000 civili tibetani furono uccisi e migliaia furono incarcerati. Il Dalai Lama fu costretto a lasciare il Tibet e chiese asilo politico in India.

Nel marzo 2008, i tibetani esasperati dai continui soprusi e dalla negazione di ogni fondamentale libertà, insorsero con una serie di manifestazioni spontanee a Lhasa e in tutto il Tibet. I cinesi risposero con la stessa brutalità: i morti furono centinaia e, a tutt’oggi, si contano oltre 8.000 arresti.

La repressione continua. Tutto il paese è nella morsa di una legge marziale di fatto. La tensione è altissima. Temendo nuove proteste in concomitanza con il duplice anniversario, le autorità cinesi hanno chiuso il paese al turismo.

ESPRIMIAMO LA NOSTRA SOLIDARIETÀ AL POPOLO TIBETANO!

FOTO, VIDEO E ARTICOLI DELLE MANIFESTAZIONI

10 MARZO 2009. 50° ANNIVERSARIO DELL’INSURREZIONE DI LHASA. FOTO, VIDEO E RASSEGNA STAMPA

Il 10 marzo 1959 il risentimento dei tibetani, dal 1950 sotto il giogo della repressione cinese, sfociò in un’aperta rivolta popolare. L’esercito di Pechino stroncò la rivolta nel sangue: 87.000 civili tibetani furono uccisi e migliaia furono incarcerati. Il Dalai Lama fu costretto a lasciare il Tibet e chiese asilo politico in India.

L’olimpionica Josefa Idem incontra il Dalai Lama a Venezia

sefi-idem-felice-podiorLo aveva promesso a Pechino 2008 e lo aveva ribadito nel corso di un incontro  organizzato da Amnesty International a Ravenna (Italia 87) nel dicembre scorso: “La mia vittoria è per il Tibet”- Josefa Idem, argento nella canoa e alla sua settima olimpiade, è tra le pochissime atlete che durante i giochi olimpici hanno avuto la forza e la determinazione di ricordare il dramma del popolo tibetano. In piena kermesse olimpica era in atto sul Tetto del Mondo una sistematica e durissima repressione in seguito alle manifestazioni di Lhasa del marzo 2008.