SESSANT’ANNI DI TIRANNIA: LE PROTESTE DEI TIBETANI. DECINE DI ARRESTI IN INDIA E NEPAL

A New Delhi, la polizia indiana ha arrestato ventuno tibetani che, sventolando bandiere a lutto e avvolti nel vessillo tibetano, si erano riuniti di fronte all’ambasciata cinese, nella zona di massima sicurezza di Chanakyapuri. Gli attivisti, tutti appartenenti al Tibetan Youth Congress, hanno cercato di oltrepassare il muro di cinta dell’ambasciata (nella foto l’arresto di un tibetano).
TAIWAN NEGA IL VISTO D’INGRESSO ALLA LEADER DEGLI UIGURI

Il Ministro degli Interni taiwanese, Jiang Yi-huah, ha affermato che la visita della signora Kadeer (nella foto assieme al Dalai Lama, a Praga, lo scorso 10 settembre, in occasione della conferenza internazionale sui diritti umani in Asia) costituirebbe una minaccia agli interessi della nazione. “Riteniamo che il Congresso del Popolo Uiguro abbia legami con gruppi terroristici” – ha affermato il ministro – “e, di conseguenza, abbiamo deciso di non concederle il visto”.
TIBET: SOSPESI I VISTI TURISTICI IN VISTA DELLA FESTA DELLA REPUBBLICA

I turisti che hanno già ottenuto il visto prima del 20 settembre, potranno visitare la regione tibetana, ma le agenzie dovranno accertare che ogni gruppo abbia una guida ufficiale e un veicolo registrato.
SAMDHONG RINPOCHE: L’OCCIDENTE VUOLE TRANQUILLIZZARE LA CINA
Dharamsala, 16 settembre 2009. Dopo aver appreso che il Dalai Lama non incontrerà il presidente Barak Obama, in occasione della sua prossima visita a Washington, il Primo Ministro del Governo Tibetano in Esilio, prof. Samdhong Rimpoche, ha accusato gli Stati Uniti e le nazioni dell’occidente di essere acquiescenti nei confronti della Cina sulla questione del Tibet. “Molti stati hanno adottato questa politica” – ha affermato Rinpoche – “e anche il governo degli Stati Uniti sembra non essere da meno”. “Oggi” – ha proseguito – “gli interessi economici prevalgono su ogni altra considerazione”.
MONACO TIBETANO TORTURATO E UCCISO NELLE PRIGIONI CINESI
Dharamsala, 10 settembre 2009. Il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (TCHRD) ha annunciato oggi di aver appreso da fonti sicure che il monaco Phuntsok Lhundup (nome da laico: Kalden), 32 anni, del villaggio n.8, a Tos-doe, nella contea di Phenpo Lhundup, vicino a Lhasa, è morto mentre era in prigione, a causa di torture. Il decesso dovrebbe essere avvenuto verso la metà di agosto. La sua famiglia ha ricevuto il corpo senza vita del loro parente alla fine di agosto.