DECEDUTA LA MONACA TIBETANA IMMOLATASI A TAWU LA SCORSA SETTIMANA

Wangchen_Dolma17 giugno 2013. La monaca tibetana che il giorno 11 giugno si era autoimmolata a Tawu, nell’omonima contea, è deceduta il 14 giugno all’ospedale di Darstedo dove era stata ricoverata. Si chiamava Wangchen Dolma e aveva 31 anni. Si era data fuoco all’esterno del monastero di Nyatso dove erano convenuti oltre 3000 monaci per un’importante sessione generale di dibattito vietata lo scorso anno dalle autorità cinesi.

MINACCE CINESI AL GIORNALISTA FRANCESE AUTORE DI “SETTE GIORNI IN TIBET”

Payen13 giugno 2013. Il giornalista francese Cyril Payen (nella foto) e l’emittente France 24 sono stati oggetto di minacce e intimidazioni da parte dei funzionari dell’ambasciata cinese dopo la messa in onda da parte del sito di informazione francese del documentario “Sette giorni in Tibet” (vedi news del 22 maggio) girato segretamente a Lhasa all’inizio del mese di maggio del corrente anno.

SI AUTOIMMOLA UNA MONACA NELLA REGIONE TIBETANA DEL KHAM

Ritratti_al_Lagyal_RiDharamsala, 11 giugno 2013. Una monaca tibetana si è autoimmolata con il fuoco attorno alle 17.00 (ora locale) a Tawo, nella regione del Kham. La religiosa non è stata ancora identificata né si hanno notizie sulle sue condizioni. Fonti tibetane riferiscono che è stata ricoverata all’ospedale della contea di Dartsedo senza specificare se il suo ricovero è stato operato dai residenti o dalla polizia cinese.

LA CINA ALLA 23° SESSIONE ONU SUI DIRITTI UMANI: “ILLEGALI” LE DIMOSTRAZIONI DEGLI STUDENTI A CHABCHA

protesta_a_ChabchaDharamsala, 6 giugno 2013. Il 3 giugno del corrente mese, nel corso della 23° sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, il Presidente e i referenti speciali del Gruppo di Lavoro sulle Detenzioni e gli Arresti Arbitrari hanno rilasciato una comunicazione congiunta sulla detenzione arbitraria e sul diritto di libera riunione in riferimento ai fatti avvenuti a Chabcha, nella regione di Tsolho, il 26 novembre 2012.

SERIE DI ARRESTI PER CANCELLARE IL RICORDO DI TIENANMEN. IL GRUPPO DELLE “MADRI” CRITICA XI JINPING

Sicurezza_a_Pechino3 giugno 2013. Pechino (AsiaNews). Pechino dà il via a un giro di vite contro gli attivisti, in vista del 24mo anniversario del massacro di Tiananmen. In questi giorni le autorità hanno eseguito perquisizioni a tappeto in tutto il Paese, per controllare l’attività dei dissidenti e prevenire qualsiasi manifestazione in ricordo delle centinaia (forse migliaia) di vittime uccise dall’esercito cinese il 4 giugno 1989. Ieri, il Chinese Human Rights Difender, organizzazione per i diritti umani, ha diffuso un rapporto nel quale denuncia i soprusi delle forze dell’ordine a danno di esponenti di movimenti per la democrazia e dissidenti.  Nell’imminenza dell’anniversario, le “Madri di Tiananmen”, l’associazione dei parenti degli uccisi nel massacro, ha diffuso una lettera aperta in cui si critica la politica del presidente Xi Jinping, accusato di tradire le speranze della popolazione sulle riforme politiche e di voler ingabbiare la società tornando a metodi maoisti.