RAPPORTO USA SULLA LIBERTÀ RELIGIOSA: STRETTISSIMO IL CONTROLLO ESERCITATO SUI MONACI IN TIBET

Dharamsala, 15 settembre 2011. Il Dipartimento di Stato americano ha pubblicato il 13 settembre il Rapporto Annuale sulla Libertà Religiosa nel mondo. Per quanto attiene alla situazione all’interno del Tibet, il documento, che analizza il periodo di tempo compreso tra il luglio e il dicembre 2010, afferma che “Il controllo sulla pratica della religione e la conduzione giornaliera dei monasteri e delle altre istituzioni religiose continua ad essere straordinariamente elevato” tanto che – aggiunge – “a causa delle durissime condizioni di vita e delle restrizioni religiose alcuni monaci si sono suicidati”.

NEPAL: ARRESTATI 20 RAGAZZI TIBETANI PER INGRESSO ILLEGALE NEL PAESE

Dharamsala, 12 settembre 2011. Il governo nepalese ha ordinato l’arresto di venti ragazzi tibetani che, domenica 4 settembre, avevano varcato il confine tibetano ed erano entrati in Nepal. Accusati di ingresso illegale nel paese, i fuggitivi – quindici ragazzi e cinque ragazze di età compresa tra i 16 e 18 anni – sono stati fermati nei pressi di uno sperduto villaggio himalayano del Nepal occidentale mentre a piedi attraversavano il confine.

CONDANNATI AL CARCERE ALTRI DUE TIBETANI

Dhondup_SDharamsala, 7 settembre 2011. Samphel Dhondup, un tibetano di ventitré anni della Contea di Kardze (nella foto), è stato condannato a tre anni di carcere per aver partecipato a una pacifica protesta contro il governo cinese in Tibet e il duro trattamento che il regime riserva alla popolazione. Tibet Net, il sito ufficiale dell’Amministrazione Centrale Tibetana, riferisce di aver appreso da fonte attendibile che il fatto risale allo scorso 10 luglio 2011.

Quel giorno, tre giovani tibetani – Samphel Dhondup, ventitré anni, Lobsang Phuntsog, diciassette anni e Lobsang Lhundup – inscenarono, attorno alle 4.00 del pomeriggio, una pacifica manifestazione di protesta nella Contea di Kardze (Regione Orientale del Kham). Furono immediatamente arrestati dalla polizia che li trasferì in un vicino centro di detenzione. Lobsang Phuntsok e Lobsang Lhundup furono rilasciati sulla parola ma Samphel Dhondup fu condannato dal tribunale locale a tre anni di carcere per aver organizzato la manifestazione di protesta e aver turbato l’ordine pubblico. Le autorità cinesi, dopo la sentenza, non hanno rese pubbliche le ragioni del suo arresto e il luogo della sua detenzione.

LA REPRESSIONE CINESE NON SI FERMA CON L’ESTATE

Pechino, 2 settembre 2011 (AsiaNews). Le autorità cinesi hanno intensificato la repressione contro i dissidenti e gli attivisti per i diritti umani in tutto il Paese. Nell’ultimo mese, secondo i dati del Chinese Human Rights Defender (Chrd), sono stati almeno 8 i casi di gravi violazioni alle libertà civili della popolazione: tutti rivolti contro personalità della dissidenza. Il caso più recente riguarda Pechino, dove la polizia ha intensificato i pedinamenti e la sorveglianza in quasi tutte le case di persone ritenute “ostili” al regime.