Pechino, 17 marzo 2010 (LaStampa.it). Alcuni siti web vietati in Cina, come quelli che mostrano le foto del massacro di piazza Tiananmen del 1989 e quelli di alcuni gruppi indipendentisti delle minoranze etniche della Cina sono stati accessibili oggi per alcune ore attraverso il sito in cinese di Google.
È quanto hanno raccontato alcuni giornalisti stranieri, mentre un portavoce del quartier generale di Google in California, Scott Rubin, ha dichiarato ai media americani che la compagnia “non ha cambiato nulla” nelle sue operazioni in Cina, gettando un’ombra di mistero sull’intera vicenda. Google, che gestisce un popolare motore di ricerca su Internet, ha denunciato attacchi informatici contro i suoi siti in provenienza dalla Cina e minacciato di togliere i filtri imposti dalla censura cinese che impediscono l’accesso ai siti ritenuti pericolosi dalle autorità.