SEI TIBETANI ARRESTATI A LHASA

Dharamsala, 11 giugno 2009. Sei tibetani che, assieme a un gruppo di almeno 200 persone, si erano riunite per celebrare la festività del Saka Dawa, sono state arrestate dalla polizia cinese. Le autorità avevano vietato di ogni forma di assembramento o di visita ai templi cittadini. Gli arrestati sono Pedo, Phurba, Dolkyab, Dorjee Tsering, Pema … Leggi ancora

RESPINTE LE DIMISSIONI ANTICIPATE DEL PRIMO MINISTRO TIBETANO

Samdhong Rinpoche 2009Dharamsala, 9 giugno 2009. Citando una fonte vicina al Governo Tibetano in Esilio, l’agenzia IANS ha diffuso la notizia che il Dalai Lama non avrebbe accettato le dimissioni anticipate del Primo Ministro del Governo Tibetano in Esilio, prof. Samdhong Rinpoche. “Rinpoche ha chiesto al Dalai Lama di accettare la sua richiesta di dimissioni per dare inizio al processo di elezione del nuovo Primo Ministro” – riporta l’agenzia – “ma Sua Santità ha respinto la richiesta perché le dimissioni avrebbero inviato un segnale sbagliato alla comunità internazionale”.

IL DALAI LAMA CITTADINO ONORARIO DI PARIGI

Dalai Lama sindaco parigiParigi, 7 giugno 2009. La capitale francese ha ufficialmente insignito il Dalai Lama della cittadinanza onoraria della città. Il conferimento è avvenuto presso l’Hotel de Ville, sede del comune di Parigi che aveva preso questa decisione nel marzo 2008 “per la qualità e per la lotta che il Dalai Lama conduce per il dialogo e per la pace”.

Il Dalai Lama cittadino onorario di Parigi il 7 giugno?

Parigi, 26 maggio 2009. (Apcom). Il sindaco socialista di Parigi Bertrand Delanoe assegnerà al Dalai Lama il titolo di cittadino onorario il prossimo 7 giugno, nel giorno delle elezioni europee. Lo riferisce l’emittente Rtl, mentre l’Hotel de Ville, sede dell’amministrazione parigina, non ha ancora confermato la data. Secondo Rtl, da parte sua il capo spirituale … Leggi ancora

RICORRENZE: 4 GIUGNO 1989, PIAZZA TIENANMEN

Vent’anni fa un momento storico dei tempi moderni, il simbolo della sfida al regime
tienanmen(www.progressonline.it) “Abbasso la rivoluzione, viva la democrazia, viva la Cina”.  Erano le voci potenti e quasi festanti degli studenti cinesi a urlare al cielo di Pechino la voglia di libertà e l’auspicio del riconoscimento legittimo di diritti di base come quello di poter parlare. Le bandiere rosse sventolavano di fianco alle tende in piazza Tien ‘An ‘Men, non solo a simbolo di nazionalità ed appartenenza, ma anche a secolare vessillo di buona speranza. Tien ‘An ‘Men centro del mondo. E al centro del centro del mondo un mucchio di materiale di fortuna era andato magicamente ad assumere le forme di una prosperosa e afrodisiaca statua della libertà (qualcuno si lamentò della troppa abbondanza dei suoi seni).