L’Italia tenta di sedurre il colosso cinese

di Maurizio Caprara

(Corriere.it, 20 luglio 2011)

 

SHANGAI – «Abbiamo trovato in Cina comprensione, amicizia, considerazione», ha detto Franco Frattini da un palco dell’Expo di Shangai, la fiera internazionale del 2010 nella quale l’Italia si prefigge di riaprire dal marzo prossimo il proprio padiglione di prodotti e capolavori nazionali già visitato da sette milioni di persone. Il ministro degli Esteri italiano ha garantito che continueranno a lavorare a questo progetto l’ambasciatore a Pechino Massimo Iannucci e il console generale a Shangai Vincenzo De Luca. Ma non è soltanto riproponendo nella fiera il marchio della Ferrari e opere d’arte aviotrasportate che il governo di Silvio Berlusconi punta a ridurre i rischi di un’Italia in posizione troppo marginale nell’immenso mercato cinese. La realpolitik che attira comprensione si sta spingendo quasi ai limiti di quanto l’appartenenza del nostro Paese all’Occidente e all’Unione europea permettono.

Il Partito comunista cinese viola la legge ma colpisce se stesso

di Wei Jingsheng 

20 giugno 2011

 

Washington (AsiaNews) – Negli ultimi tempi abbiamo iniziato a essere molto preoccupati per due casi di giurisprudenza molto importanti. Il primo è la sparizione dell’artista Ai Weiwei, mentre il secondo è il caso dell’avvocato Li Zhuang di Chongqing. Questi due casi sembrano avere molto poco in comune: invece hanno un collegamento diretto e interno. Questo collegamento va cercato nel ritorno della politica del Partito comunista cinese “a sinistra”: passo dopo passo, in Cina sta tornando la dittatura su larga scala dell’era della Rivoluzione culturale. La caratteristica di questa dittatura su larga scala è la rimozione della protezione legale, che viene rimpiazzata dal desiderio capriccioso del Partito. I desideri dei leader comunisti, di tutti i livelli, decidono tutto. Usando una frase onesta della moglie di Mao Zedong, Jiang Qing, possiamo dire che il Partito “è così senza diritto che arriva ad ignorare persino Dio”. Usando la dichiarazione standard del Partito, invece, “non bisogna cercare di usare la legge come uno scudo”.

I comunisti di mercato e la repressione

di Ernesto Galli Della Loggia
(Corriere della Sera,19 giugno 2011)

 

Ora è chiaro qual è stato il vero errore che fin dall’inizio ha delegittimato agli occhi dell’opinione pubblica mondiale il comunismo sovietico e il suo sistema, provocandone alla fine il crollo. Non è stato aver messo in piedi un regime spietato di illibertà e di dispotismo. No: è stato aver creduto davvero che nel mondo ci fosse spazio per qualcosa di diverso dal capitalismo. Se l’Urss, infatti, avesse mantenuto i gulag e il Kgb ma lasciato perdere l’abolizione della proprietà privata, il socialismo e tutto il resto, si può essere sicuri che a quest’ora la bandiera rossa sventolerebbe ancora sul Cremlino. E in questa parte del mondo tutti sarebbero felici e contenti. Così come – per l’appunto – tutti sono felici e contenti in Occidente, e perlopiù nessuno ha niente da ridire, quando oggi si nomina la Cina. Il cui partito comunista, da sessant’anni al potere, s’appresta a celebrare in gran pompa, fra pochi giorni, il 90° anniversario della sua fondazione.

Intervista a Lobsang Sangay

di Nirmala Carvalho

(AsiaNews, 23 maggio 2011)

 

Dharamsala (AsiaNews). Affrontare e sfidare l’oppressione e le ingiustizie, sempre tenendo aperto il dialogo con la controparte: così il nuovo premier del governo tibetano in esilio vuole lavorare per risolvere la questione tibetana. Per Lobsang Sangay, il nuovo Kalon Tripa, dare sostegno alla causa e al popolo del Tibet è “un onore e un privilegio”. La questione tibetana diviene “predominante” a livello internazionale, ora che India e Cina stanno per affermarsi in maniera definitiva come le due future superpotenze mondiali. Professore universitario di legge all’università di Harvard, Lobsang Sangay, 43 anni, è stato eletto democraticamente lo scorso 20 marzo. Il nuovo primo ministro ha rilevato tutte le funzioni politiche che da secoli sono prerogativa del Dalai Lama. Il XIV “Oceano di saggezza” aveva annunciato la rinuncia ai poteri temporali il 10 marzo scorso. Intanto, Pechino definisce il nuovo premier “illegittimo” e dichiara di non avere alcuna intenzione di trattare con lui o con il suo esecutivo. Di seguito, l’intervista esclusiva del nuovo Kalon Tripa ad AsiaNews.

Il nuovo Kalon Tripa

di Piero Verni

(Il Riformista – 28 aprile 2011)

 

Jampel Thosang, portavoce della Commissione Elettorale della “Central Tibetan Administration” ha annunciato ufficialmente ieri che Lobsang Sangay sarà il nuovo Kalon Tripa, vale a dire il Primo Ministro del Governo tibetano in esilio. Sangay è nato nel 1968 nella cittadina indiana di Darjeeling. Dopo un eccellente corso di studi in India nel 2004, primo tibetano nella storia, ottiene una laurea in legge nella prestigiosa università di Harvard. E’ un esperto di legislazione internazionale ed in particolare della politica cinese contemporanea e degli aspetti legali del problema tibetano. Nel 2003 e nel 2009 ha organizzato, proprio ad Harvard, due importanti incontri tra il Dalai Lama e alcuni studiosi cinesi di alto livello. Nel 2007 ha preso parte al “World Justice Forum” tenutosi in quell’anno a Vienna.