L’INUTILE CARNEFICINA DEI TIBETANI, I SILENZI DI TUTTI GLI ALTRI

di Marco Del Corona

Corriere della Sera Blog, 28 ottobre 2012

 

E’ come una cabala di sangue. Dal 2009 sono 60 i tibetani e le tibetane a essersi dati fuoco, 47 quest’anno, 5 nell’ultima settimana, 2 nella sola giornata di venerdì. Quasi sempre succede in zone tibetane fuori dai confini della regione amministrativa del Tibet. I conti potrebbero anche essere imprecisi ma è evidente che la questione delle auto-immolazioni ha assunto proporzioni che la pongono oltre la dialettica fra autorità cinesi e diaspora tibetana. In molti casi si ascoltano slogan a favore del ritorno del Dalai Lama e del “Tibet libero”.

Il premier tibetano in esilio: “Noi trattati come terroristi”

di Mauro Pianta

La Stampa.it, 28 ottobre 2012


L’Europa non deve temere la Cina e ha il dovere di esercitare pressioni su Pechino per la causa tibetana: difendere il Tibet significa difendere la democrazia. Siete preoccupati per i vostri rapporti commerciali con il Celeste Impero? Sbagliate: se è vero che il mondo ha bisogno della Cina, è altrettanto vero che loro hanno bisogno dei vostri mercati». Lobsang Sangay, 44 anni, primo ministro del governo tibetano in esilio, non ama lasciarsi imbrigliare dai toni felpati della diplomazia. Giurista e ricercatore ad Harvard, eletto dai tibetani sparsi per il mondo premier di un’amministrazione in esilio in India ed erede di una responsabilità politica affidatagli dal Dalai Lama, ha una missione da compiere: ricordare l’invasione cinese del Tibet avvenuta nel 1950, denunciare il genocidio culturale di un popolo. Chiedono due cose, i tibetani: il ritorno in patria del loro Dalai Lama, e una «reale autonomia amministrativa» del Paese. Richieste che Lobsang Sangay sta ribadendo in questi giorni in giro per l’Europa.

Quando la Cina esporta il Tibet

di Raimondo Bultrini
La Repubblica.it, 21 ottobre 2012

Si chiama Adriano Màdaro ed è un giornalista prestato all’arte l’uomo che ha organizzato una mostra dal titolo “Tibet: Tesori dal Tetto del Mondo” aperta oggi a Treviso alla Casa dei Carraresi. Questa e altre esposizioni di oggetti e opere sono il frutto dell’esperienza dei suoi 173 viaggi – dal lui meticolosamente calcolati – tra la Cina e il Tibet. Ma più che le statue e le immagini trasportate in Veneto dall’Oriente, a far rimbalzare il suo nome nelle cronache di questi giorni sono le cose che alla mostra mancano. Infatti, per parlarne e farle conoscere, la comunità tibetana in Italia, sostenuta dall’Associazione Italia Tibet, ha pacificamente organizzato una “contro-manifestazione” nella stessa città.

I tibetani boicottano la mostra «Beffa, propaganda filocinese»

di Claudio Tessarolo

L’Arena.it, 18 ottobre 2012

Vanno in mostra a Treviso «i tesori del Tibet», ed è subito polemica. Possibile? Inevitabile? Probabilmente sì. Uno studioso, cinese, ha recentemente osservato che a Lhasa, la capitale del Tibet, vi sono «più cinesi che tibetani, più poliziotti che monaci, più telecamere di sorveglianza che finestre». È vero, purtroppo. Oggi in Tibet non è più consentito organizzare forme convenzionali di protesta come gli scioperi della fame, le dimostrazioni o le manifestazioni pacifiche. Si deve perciò ricorrere ad atti estremi. Così si spiega lo stillicidio di auto-immolazioni di tibetani i quali, per protestare contro le libertà religiose e civili negate, si cospargono di benzina e si danno fuoco. La terribile contabilità parla di oltre 50 immolazioni nell’ultimo anno solare. Nell’intera regione, dove vige di fatto una legge marziale, gli agenti di polizia oltre a pistola e manganello sono stati dotati di estintore. Nel caso, devono correre: non sia mai che spunti qualche inopportuno telefonino per registrare immagini da diffondere al mondo. You Tube può fare (anche) paura. Inevitabili le restrizioni degli ultimi tempi per gli stranieri, possibili testimoni scomodi, controllati con discrezione ma in maniera costante. In Tibet la vita è sempre (più) difficile.

Xi Jinping “aprirà l’incontro Cina-Asean”

AsiaNews, 17 settembre 2012


Pechino (AsiaNews/Agenzie) 17 settembre – Il vice presidente cinese Xi Jinping, per due settimane al centro di un caso mediatico scatenato dalla sua assenza dalle scene, “parteciperà all’incontro Cina-Asean sul commercio”. Secondo Xinhua, l’agenzia di stampa del regime, “Xi sarà presente alla cerimonia di apertura del summit e ad altre importanti attività correlate. Il tutto si terrà alla fine del mese nella città meridionale di Nanning”.