Rassegna stampa
Tutti gli articoli di rassegna stampa, ovvero tratti da altri giornalisti
DIVENTARE BUDDHISTI? MAI PER MODA
Intervista al Dalai Lama
di Beppe Severgnini
L’appuntamento è per le otto del mattino, all’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia, sulle colline sopra Cecina. Sua Santità il quattordicesimo Dalai Lama, dicono, è sveglio da ore. È già stato qui quattro volte, la prima visita risale al 1982. Il 14 e il 15 giugno insegnerà a Livorno, di fronte a migliaia di persone. Il sole è caldo, il cielo azzurro, studiosi e monaci si muovono tra la grande casa di pietra e i pini marittimi. Verde per la Toscana, giallo per la saggezza, rosso per la compassione. La massima autorità del buddismo tibetano, 78 anni, entra, sorride, si accomoda su una poltrona, tra frutta e mazzi di fiori.
Tienanmen, 25 anni fa il massacro. Ecco come fuggirono i dissidenti
da Il Fatto Quotidiano
3 giugno 2014
Il ricordo di ciò che accadde è ancora un tabù nella Repubblica popolare, ma il South China Morning Post pubblica per la prima volta i dettagli sulla fuga dei dissidenti. Anche il consolato francese avrebbe avuto un ruolo: avrebbe emesso visti per gli esuli senza aspettare l’approvazione di Parigi.
Il Tibet nella morsa della Cina
di Ernesto Corvetti
10 aprile 2014
La libertà, in Tibet, passa anche dalla tutela della lingua. Per evitare di farsi fagocitare definitivamente dalla Cina, il governo della regione autonoma ha deciso di elaborare nuove regole per preservare e promuovere la lingua tibetana, a rischio estinzione.
Il Comitato di lavoro sulla lingua tibetana – organismo regionale creato nel 1988 – e le altre autorità sarebbero intenzionate vararle a settembre, secondo quanto ha riportato la Xinhua.
In pratica, la legge dovrebbe sancire con precisione i diritti linguistici dei tibetani, visto che finora le norme si prestavano all’interpretazione – cioè anche all’arbitrio – dei singoli funzionari.
Il Tibet come Disneyland
Scarica l’articolo da Internazionale (n. 1043) Pearl Sydenstricker, Washington Monthly, Stati Uniti Pechino punta sul turismo nella regione autonoma, dove vuole portare ogni anno 15 milioni di cinesi. E trasformare il Tibet in un parco divertimenti.