L’EDUCAZIONE PATRIOTTICA CINESE

di Leone Grotti

Tempi – 17 gennaio 2013 

Il governo cinese vuole «sradicare la fede dei tibetani e trasformare il Tibet in una regione atea dove il “comune spirito di civilizzazione” venga propagandato tra il popolo tibetano». È questo, in sintesi, il motivo di tutte le azioni repressive del partito comunista in Tibet, che dal 1950 sta attuando un «genocidio culturale» (Dalai Lama dixit) e una delle più grandi azioni di violazione della libertà religiosa e di culto al mondo. È questa la sintesi del “Rapporto sulla repressione religiosa in Tibet 2012” stilato dal Centro tibetano per la democrazia e i diritti umani.

Schedatura di massa sul web cinese. Ma sarà una cosa seria?

di Marco Del Corona

Corriere della Sera, 29 dicembre 2012


Se Xi Jinping durante il suo primo mese e mezzo di potere ha puntato – con successo – sull’immagine di leader capace di parlare la lingua di tutti, le nuove norme che la Cina ha varato per regolamentare Internet rischiano di smorzare i moti di simpatia. Il comitato permanente del parlamento (Assemblea del Popolo) ha infatti approvato regole per inasprire i controlli sugli utenti, con 145 sì, un no e 5 astenuti. Sarà obbligatorio registrarsi con il proprio nome per accedere ai vari servizi on line (anche se si può poi comparire con un nickname): questo vale soprattutto per i microblog, modellati su Twitter (censurato).

Tibet, urla dal silenzio

di Stefano Vecchia

Avvenire, 30 novembre 2012

 

 

Con gli ultimi tre suicidi il numero di tibetani che si sono immolati per protesta contro il dominio cinese è salito a 27 nel solo mese di novembre e a 75 dall’inizio dell’anno (89 complessivamente dal febbraio 2009).  Una situazione che sembra indicare, in un crescendo drammatico, la disperazione dei tibetani nelle province cinesi in cui è stato smembrato il Tibet storico dopo l’annessione nel 1959. Ed evidenzia l’incapacità di un vero dialogo negoziale con Pechino, penalizzato anche dalla mancanza di un concreto sostegno da parte della comunità internazionale, nonostante il costante impegno del Dalai Lama e delle rappresentanze tibetane che nel mondo fanno capo al governo tibetano in esilio in India.

L’INUTILE CARNEFICINA DEI TIBETANI, I SILENZI DI TUTTI GLI ALTRI

di Marco Del Corona

Corriere della Sera Blog, 28 ottobre 2012

 

E’ come una cabala di sangue. Dal 2009 sono 60 i tibetani e le tibetane a essersi dati fuoco, 47 quest’anno, 5 nell’ultima settimana, 2 nella sola giornata di venerdì. Quasi sempre succede in zone tibetane fuori dai confini della regione amministrativa del Tibet. I conti potrebbero anche essere imprecisi ma è evidente che la questione delle auto-immolazioni ha assunto proporzioni che la pongono oltre la dialettica fra autorità cinesi e diaspora tibetana. In molti casi si ascoltano slogan a favore del ritorno del Dalai Lama e del “Tibet libero”.