La Cina evita un accordo vincolante su cambiamenti climatici

di Roy-Arne Varsi

Il Primo Ministro britannico Gordon Brown ammonisce che se la comunità mondiale non ha sottoscritto un accordo giuridicamente vincolante a Copenhagen, la responsabilità è prevalentemente della Cina. La verità è che né la Cina né la comunità mondiale erano pronte per un tale impegno; ma le ragioni per cui la Cina non ha accettato un accordo giuridicamente vincolante, sono ancora più controverse. Questo è quanto dichiarato da Knut H. Alfsen, direttore del Centro Cicero, per la Ricerca sul Clima.

Obama riceve il Dalai Lama. Di nascosto

di Marcello Foa
(Il Giornale – venerdì 19 febbraio 2010)
Pechino temeva un gestaccio, è arrivato un gestino. Piccolo piccolo e, soprattutto, quasi invisibile. Obama ha ricevuto il Dalai Lama, ma quasi di nascosto. Il leader dei buddisti tibetani è arrivato alla Casa Bianca da un’entrata secondaria, lontano da fotografi e telecamere. Ed è stato accolto nella Sala delle Mappe, anziché nello studio Ovale. Ovvero: nel salottino del tè, anziché nel salone delle grandi occasioni. Il primo viene usato dal presidente degli Stati Uniti per incontri con leader spirituali e della società civile; il secondo per quello con capi di Stato e di governo. Dunque Obama ha voluto dimostrare a Pechino di considerare il Dalai Lama un leader religioso, uno stimato Nobel della Pace, che incontra un altro Nobel della Pace per condividere l’auspicio di un mondo migliore.
Un summit poco più che di circostanza, al termine del quale, Obama, di solito loquace e sempre felice di farsi fotografare, non è nemmeno apparso di fronte ai giornalisti.

Obama: “Vedrò il Dalai Lama” Cina: “Un incontro minerebbe relazioni”

da Repubblica
083952901-9b45c846-c89b-4ff1-b6ce-b7124be74461PECHINO – Dopo settimane di incertezze e polemiche, Barack Obama ha deciso di compiere un passo che aprirà una forte controversia con la Cina e ha annunciato che incontrerà il Dalai Lama durante la visita che il leader spirituale tibetano compirà a Washington. “Il presidente Obama ha detto in novembre ai leader cinesi, durante il suo viaggio in Cina, che aveva intenzione di incontrare il Dalai Lama in futuro”, ha detto il portavoce della Casa Bianca Bill Burton.

Obama-Dalai Lama, la Cina non cede “Fermamente contrari a qualsiasi incontro”

da Repubblica
074737003-9a89936d-d665-46d4-9ff4-046b1547d84aPECHINO – Nessun margine di tolleranza. Anzi, l’ennesimo monito agli Stati Uniti, e sempre lo stesso: le a rischio le relazioni fra Washington e Pechino. Il commento è fermo e chiaro: la Cina è “fermamente contraria” a qualsiasi incontro fra Barack Obama e il Dalai Lama. A pochi giorni dalla decisione dell’amministrazione americana di vendere una consistente partita di materiale bellico a Taiwan, con la conseguente reazione “indignata” della Repubblica popolare, un’altra mossa del capo della Casa Bianca mette a dura prova i rapporti con la Cina. L’annuncio di un incontro fra il presidente e il leader spirituale tibetano – previsto durante la visita che quest’ultimo compirà a Washington dalla metà di febbraio – ha suscitato la reazione di Pechino che attraverso il portavoce del ministero degli Esteri, Ma Zhaoxu, fa sapere che Pechino “si oppone fermamente a che il leader degli Stati Uniti abbia contatti con il Dalai Lama, con qualsiasi pretesto e in qualsiasi forma”.

Dialogo? Sì ma fra sordi. Dharamsala, lo spettro di Gorbaciov e l’ipotesi di una nuova Guerra Fredda

610xPechino, 2 febbraio 2010, ore 10 (ora locale). Zhu Weiqun, vice ministro del “United Front Work Department” (UFWD) del Partito Comunista Cinese, tiene una conferenza stampa per chiarire il punto di vista di Pechino dopo la conclusione  del 9° incontro tra i due inviati del Dalai Lama (Lodi Gyari e Kelsang Gyaltsen), lo stesso Zhu e altri dirigenti cinesi. Viste oggi dalla capitale cinese le prospettive del “dialogo sino-tibetano” sembrano più nere che mai. Infatti Zhu, dopo aver chiarito che, il Dalai Lama non può ergersi a rappresentante del popolo tibetano, ha tenuto a precisare che, “Il governo centrale cinese e quello della Regione Autonoma del Tibet sono i soli rappresentanti dei tibetani”, aggiungendo per maggior chiarezza, “… il cosiddetto ‘Governo tibetano in esilio’ rappresenta una violazione delle leggi cinesi”.