Nonviolenza e autonomia per il Tibet, la ragionevole via del Dalai Lama

di Francesco Pullia

Lo hanno dipinto come un uomo solo, amato dalla sua gente, dai tibetani che lo chiamano Kundun, Presenza, riconoscendo in lui l’incarnazione del bodhisattva della Compassione, cioè di un essere supremo che, spinto da profondo amore per tutti gli esseri senzienti, ha scelto di tornare in questa vita per stare al nostro fianco e indicarci la via della liberazione dalle catene della sofferenza, del dolore. E di sofferenza e dolore, lui ne ha provato e ne prova tanto, ascoltando i racconti dei profughi che, sfidando prove inenarrabili, lo raggiungono in India, a Dharamasala.

Abbattiamo il Muro di Pechino

di Wei Jingsheng

Prima che il Muro di Berlino venisse abbattuto, molti cinesi ne conoscevano la realtà. In effetti, erano più informati degli stessi russi. Il Partito comunista cinese aveva infatti lanciato una grande battaglia contro i Partiti dell’Unione Sovietica e quelli dell’Europa orientale, e tutti i giornali cinesi non perdevano l’occasione per scandagliare queste realtà e analizzare con la lente di ingrandimento i “lati oscuri”di quei regimi. Era l’unica occasione, per la nostra opinione pubblica, di criticare il sistema comunista: parlare male del regime di Pechino significava andare in galera, ma attaccare ferocemente “il comunismo sovietico” era legittimo e addirittura incoraggiato. E quindi, persino Josip Tito o Palmiro Togliatti -leader comunisti dell’allora Jugoslavia e dell’Italia – erano ben conosciuti dalla nostra società. In ognuna di quelle conversazioni,veniva citato il Muro di Berlino.

Obama, il Nobel, e la visita del Dalai Lama

di Anthony M. Quattrone
(Avanti!, 16 ottobre 2009)
L’annuncio fatto lo scorso venerdì che il premio Nobel per la pace per il 2009 sarà assegnato a Barack Obama è sorprendente, perché il giovane presidente americano non ha ancora avuto il tempo necessario per portare a termine qualche importante iniziativa in politica estera, nel bene o nel male. Lo stesso Obama è apparso alquanto sorpreso dall’attribuzione del premio, e ha immediatamente dichiarato che lo considera più una “chiamata all’azione” per una politica di pace da parte sua, dell’America, e delle persone di buona volontà, piuttosto che un riconoscimento per qualcosa che avrebbe fatto.

Obama e il Dalai Lama, il Nobel a chi non ha voluto incontrare un Nobel

di Marco Del Corona

(www.corriere.it, 9 ottobre 2009)

C’è uno stridore – o un apparente stritore – che può colpire la pubblica opinione occidentale. A ricevere il Nobel per la Pace è quel Barack Obama che pochi giorni fa non ha voluto incontrare un altro Nobel per la Pace, il Dalai Lama, in visita a Washinghton. Che invece si è visto con Nancy Pelosi, democratica, figura comunque di prestigio dell’estabilishment obamiano.

I 60 anni della Repubblica popolare cinese: il Partito contro il popolo

di Bernardo Cervellera (AsiaNews).

28 settembre 2009

Roma (AsiaNews). Il 1° ottobre 2009 la Repubblica popolare cinese compie 60 anni dalla sua fondazione. Per la cultura dell’estremo oriente, compiere 60 anni riveste uno speciale significato: i sei decenni racchiudono un ciclo completo del calendario lunare e sono considerati il momento in cui un uomo raggiunge la piena maturità. Essi sono pure un tempo per riflettere sui risultati ottenuti e un augurio per nuove sfide future.

Noi ci auguriamo che anche i 60 anni della Cina popolare abbiano questo spirito, ma da ciò che vediamo, la festa rischia di essere usata solo per dare un’immagine grandiosa del potere di Pechino, nascondendo i problemi. Un po’ come per le Olimpiadi dello scorso anno, anche le celebrazioni in programma dal 1° ottobre vogliono mostrare al mondo la maturità raggiunta dalla Cina sotto la guida del Partito comunista cinese (Pcc), gli splendidi risultati economici, che la vedono come una superpotenza, il suo potere disteso ormai su tutta l’Asia e il mondo.