Tibet islamico, la spina di Pechino
di Federico Rampini
LA CINA è stata colta alla sprovvista dall’esplosione di rabbia nel “Tibet islamico”, la vasta regione dello Xinjiang popolata dalla minoranza etnica degli uiguri. Ma la reazione del governo di Pechino sarà più rapida, rispetto al ritardo di almeno 48 ore con cui scattò la macchina repressiva in Tibet nel marzo 2008. Sono sintomatiche le immagini televisive degli scontri a Urumqi (capitale dello Xinjiang): sono tutte riprese della tv di Stato Cctv, eppure sono di una violenza terrificante. Ai telespettatori cinesi non viene nascosto apparentemente nulla: i tg esibiscono sangue a cui l’opinione pubblica non è abituata quando si tratta di “casa propria”.