IN CALO IL NUMERO DEI PROFUGHI DAL TIBET A CAUSA DEL MAGGIORE CONTROLLO ALLE FRONTIERE

Tempa_TseringTokyo, 3 aprile 2010. Tempa Tsering, ex Ministro degli Esteri del governo tibetano in esilio e rappresentante del Dalai Lama a Nuova Delhi, ha reso noto nel corso di una conferenza stampa che il numero dei profughi in fuga dal Tibet è sensibilmente diminuito a causa dell’incremento dei controlli di frontiera posti in atto dalle autorità cinesi. “Fino al 2008 ogni anno lasciavano il Tibet circa 2500 – 3000 profughi” – ha detto Tempa Tsering ai giornalisti. “Dalle dimostrazioni del marzo 2008 il loro numero è calato, tanto che lo scorso anno solo 600 tibetani hanno lasciato il paese”.

STUDENTE TIBETANO PREMIATO A DUINO

Dharamsala, 24 marzo 2010 (Phayul). Palden Gyal, uno studente tibetano residente in Norvegia e iscritto al corso internazionale di laurea presso il Norway United World College, si è classificato al terzo posto alla sesta edizione del premio internazionale di poesia di Duino. La sua composizione, “Rangzen” è stata scelta e premiata tra quelle di oltre … Leggi ancora

GOOGLE REINDIRIZZA IL TRAFFICO AL PORTALE DI HONK KONG – IMMEDIATA CONTROMOSSA CINESE

Google23 marzo 2010. Ultim’ora. Tutto come previsto: nemmeno ventiquattro ore dopo la decisione di Google di chiudere il proprio servizio cinese e reindirizzare google.cn e google.com sul dominio di Hong Kong (google.com.hk), il Governo Cinese taglia i risultati prodotti dal motore: “the connection was reset” è la risposta che ricevono gli utenti che tentano di accedere a risultati o parole chiave non gradite al governo. Il Great Firewall cinese è quindi entrato in opera ristabilendo la “legalità”.

BANDIERE E PISTOLE: A PROPOSITO DEL CASO DI GRESSONEY COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET

bandiera_tibetana_bella_dal_sito_TGIEAlcune settimane fa una delegazione di militari cinesi è arrivata in visita ispettiva a Gressoney Saint Jean in vista dei Giochi Militari Invernali inaugurati ieri 20 marzo (nella foto, un momento della cerimonia d’inaugurazione – La Stampa, 21 marzo 2010). I militari hanno notato subito una bandiera del Tibet che sventolava sopra la locale scuola di sci (da due anni). Con i toni che ben conosciamo hanno preteso la rimozione immediata della stessa la cui presenza, hanno affermato, feriva la loro “sensibilità”, in quanto il Tibet farebbe parte della Cina, e costituiva un attentato all’unita della madre patria. Frasi e slogan ben noti.