SHINGZA RINPOCHE OSPITE DELL’ASSEMBLEA DEI SOCI DELL’ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET

Sabato 20 febbraio, Shingza Rinpoche si è rivolto ai soci raccontando i momenti più salienti della sua giovane vita, dall’infanzia alla prima giovinezza vissute nel Tibet occupato dai cinesi, senza alcuna consapevolezza della travagliata storia del suo paese, fino alla fuga in India e alla decisione di battersi in prima persona per la libertà della sua patria.
NEPAL: RAFFORZATA LA POLIZIA DI FRONTIERA CON IL TIBET. ARRESTATI QUATTRO TIBETANI
Dharamsala, 22 febbraio 2010. Quattro tibetani, di cui tre donne, sono stati arrestati nel distretto nepalese di Dolakha, a 90 chilometri a nord est di Kathmandu, mentre cercavano di fuggire dal Tibet. Ne ha dato notizia sabato 20 febbraio l’organo di informazione Nepalnews on line che, citando fonti di polizia, ha reso noto che nessuno dei fuggitivi era in possesso di regolari documenti di viaggio e che potrebbero essere rimandati in Tibet. Sembra che, assieme ai tibetani, sia stato fermato anche un cittadino nepalese sospettato di averli aiutati a varcare la frontiera. Non si conoscono i nomi degli arrestati.
IL DALAI LAMA ALLA CASA BIANCA NONOSTANTE LE PROTESTE CINESI

PECHINO CHIEDE AGLI USA DI ANNULLARE L’INCONTRO OBAMA – DALAI LAMA
Pechino, 12 febbraio 2010. La Cina ha chiesto agli Stati Uniti di annullare «immediatamente» il programmato incontro alla Casa Bianca tra il presidente Barack Obama e il Dalai Lama, il leader spirituale dei tibetani. Lo ha reso noto l’agenzia ufficiale Nuova Cina citando il portavoce del ministero degli esteri Ma Zhaoxu, in quello che si preannuncia come un braccio di ferro diplomatico dalle ricadute imprevedibili. La dura presa di posizione fa seguito all’annuncio venuto giovedì dalla Casa Bianca, secondo il quale Obama incontrerà il Dalai Lama a Washington il 18 febbraio prossimo nonostante i precedenti ammonimenti venuti da Pechino.
CONFERMATA IN APPELLO LA CONDANNA A LIU XIAOBO
Pechino, 11 febbraio 2010. Il Tribunale Supremo di Pechino ha confermato in appello la sentenza a undici anni di prigione per lo scrittore e dissidente cinese, Liu Xiaobo. La sentenza ha suscitato l’immediata condanna di Usa e Unione Europea che hanno chiesto la sua immediata liberazione.