11 dicembre 2018. Ancora un giovane tibetano, ancora a Ngaba. Drugkho, un ragazzo ventenne, ha cercato la morte con il fuoco il pomeriggio del giorno 8 dicembre. Non si hanno notizie certe sulle sue condizioni.
Tibet Post International riferisce di aver appreso da fonti tibetane che Drugkho, si è dato fuoco invocando libertà per il Tibet lunga vita per il Dalai Lama. Dopo l’autoimmolazione del ragazzo la polizia ha immediatamente isolato l’intera area e bloccato tutte le comunicazioni via internet per impedire che la notizia si diffondesse. Nel timore di ritorsioni, i tibetani di Ngaba hanno chiesto agli amici e parenti residenti all’estero di evitare per il momento ogni tentativo di contatto. Non si sa ancora con certezza se Drugkho sia sopravvissuto al suo gesto. L’atto di estrema protesta del giovane tibetano, il terzo nel corrente anno, porta a 155 il numero degli eroi che dal 2009 in Tibet hanno dato la loro vita per la libertà del paese.
Celebrato il 29° anniversario del conferimento del Premio Nobel per la Pace al Dalai Lama
Il 10 dicembre, giorno del 70° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, i tibetani in India e in tutto il mondo hanno ricordato il 29° anniversario del conferimento del Premio Nobel per la Pace al Dalai Lama con cerimonie religiose, offerte di lunga vita, canti, danze e incontri pubblici. A Dharamsala, nello spazio antistante lo Tsuglagkhan, il tempio principale della “piccola Lhasa”, il Presidente tibetano Lobsang Sangay ha ricordato le parole pronunciate a Oslo dal Dalai Lama quel 10 dicembre 1989, nel discorso seguito al conferimento. “Non importa da quale parte del mondo proveniamo, siamo tutti fondamentalmente gli stessi esseri umani, desideriamo la felicità e cerchiamo di evitare la sofferenza. Vogliamo la libertà e il diritto di essere gli artefici del nostro destino”. “L’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – ha dichiarato Lobsang Sangay – afferma che tutti gli esseri umani alla nascita godono, liberi e uguali, della stessa dignità e degli stessi diritti. Purtroppo in Tibet, sotto l’occupazione del Partito Comunista Cinese, i principi fondamentali contenuti nella Dichiarazione Universale sono calpestati.”
A Milano, la celebrazione si è tenuta la mattina di domenica 9 dicembre presso il Centro Ghe Pel Ling. Sono intervenuti: Chodup Tchiring Lama (professore e socio fondatore dell’Associazione Italia Tibet), Tsewang Dorje (ghesce), Claudio Cardelli (presidente dell’Associazione Italia – Tibet), Giancarlo Morandi (segretario nazionale del Partito Liberale Italiano), Giovanna Giorgetti (presidente del Centro Ghe Pel Ling), Mauro Toffetti (presidente dell’Associazione Opera Radicale), Nicola Misiani (membro dell’Associazione Italia Tibet), Tseten Longhini (presidente dell’associazione delle donne tibetane in Italia), Marilia Bellaterra (dell’Associazione “Rina e Franco Bellaterra”). Molti gli argomenti discussi: autodeterminazione, autonomia, Cina, Dalai Lama, Diritti Umani, discriminazione, donna, minoranze e Tibet. Claudio Cardelli, presidente dell’Associazione Italia-Tibet, ha ricordato l’entusiasmo e le speranze che il conferimento del Premio Nobel al Dalai Lama aveva suscitato nei tibetani e nei gruppi di sostegno, speranze che con il passare degli anni sono state messe a dura prova dallo strapotere e dall’arroganza della Cina. Un omaggio particolare è stato tributato al ricordo di Palden Gyatso, testimone dell’indomabile spirito di un popolo, e al sacrificio di Drugkho, l’ultimo eroe tibetano immolatosi in Tibet due giorni prima della Giornata Internazionale dei Diritti Umani e del 29° anniversario del conferimento del Nobel al Dalai Lama.